Si guardò intorno. La stanza intorno a lei era buia. Vedeva stralci di cose comuni sogghignanti da
dietro le ombre.
Era seduta sul letto, la schiena appoggiata ai cuscini dello
schienale e le gambe strette al petto.
Dondolava…
Le sembrava di essersi persa
in un mondo non suo, oscuro e dimenticato che non assomigliava per nulla a ciò
che aveva sempre vissuto… Non le erano mai piaciuti i gemelli cattivi delle
cose che conosceva. Quella situazione la faceva sentire persa, tradita… Le
strisce di luce che provenivano dalla finestra semi oscurata sembravano essere
la droga che avvelenava ciò che la circondava… Di giorno in quella stanza era
tutto perfetto: le tende ricamate, l’armadio verde limone, la scrivania pulita…
Alle nove di sera tutto questo spariva. Il mondo di cui si fidava scivolava via
inghiottendo una pozione sinistra, sfoderando piccoli occhietti gialli e risate
ringhianti… Stava male, era confusa, stanca, la sua vita non funzionava come
voleva lei: si sentiva come un orologiaio davanti ad un orologio da riparare.
Con la lente davanti agli occhi cercava di scovare l’ingranaggio rotto eppure
non lo trovava, il suo orologio era perfetto. Pulito, lucido, ordinato, curato…
Allora cosa c’era che non andava? Se lo chiedeva da giorni…
La sua vita era
anche una mela: bella, rossa, matura, soda, lucida e appena tagliata rivelava
un cuore marcio… Solo che lei non riusciva a tagliare la mela per togliere quel
marcio che intanto continuava a darle ansia… Questa situazione l’opprimeva… Si
era svegliata per questo quella notte di marzo e si era guardata intorno come
estranea a ciò che la circondava… In fondo però tutto questo le piaceva: alla
fin fine la mela era bella, l’orologio era pulito… stette li ancora un po’ a
fissare con aria di sfida quelle cose che l’avevano tradita.
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