Sento il muschio bagnato sotto la suola delle scarpe.
Questa mattina il silenzio è magico.
La palla di fuoco del sole si stà alzando all'orizzonte coperta da uno spesso strato di nebbia.
La fisso a lungo, è raro che si possa guardare la fonte di quella luce abbagliante ma questa mattina la nebbia è così densa che se ne possono notare i contorni perfetti.
Il mio respiro è quasi impercettibile.
Adoro questo posto, il terrazamento abbandonato, quello più alto di tutti.
E' un terrazzamento scosceso , pieno di sassi e sterpaglie con un grande albero che sembra voglia scivolare dal ciglio ogni momento.
Un piccolo rivolo d' acqua scende lungo la scarpata con un suono dolce e limpido.
Mi siedo su un grande masso.
E' gelido, vorrei alzarmi ma rimango quì a guardarmi intorno.
Sotto, sui terrazzamenti e sul tratto pianeggiante, aspettano pazienti le giovani vigne cariche di uva matura.
Tra qualche ora i contadini e di quel fruto dolce come lo zucchero rimarrà ben poco.
L'aria gelida mi entra nei polmoni.
Ho il naso, le mani e i piedi ghiacciati ma non m'importa.
Non tira un alito di vento.
Su un albero un merlo cinguetta.
Ascolto l' acqua e il silenzio.
Mi alzo, ora anche le mie natiche sono fredde.
Comincio a scendere dal terrazzamento.
E' bello il suono che fanno le mie scarpe nel fango e sul muschio bagnato.
Tutto, qui, è ripido e scosceso.
Mi avvicino a una vite e stacco un chicco d'uva.
E' piccolo e rotondo.
Lo avvicino alle labbra, è gelido.
Mi scoppia tra i denti.
La polpa succosa scivola lungo la gola e mi rimane in bocca solo la buccia acida che rimastico un po' prima di ingoiare.
Infilo le mani in tasca alla ricerca di un po' di calore e cammino lungo la stradina sterrata che attraversa i campi.
Il mio passo è lento e cadenzato, non voglio andarmene.
Mi è sempre piaciuta la nebbia, il fango, il freddo, l' erba bagnata, il silenzio, la solitudine di questo posto magico...
Calcio un sasso che rimbalza un po' tra l'erba e si ferma vicino ad un cespuglio, quasi volesse nascondersi.
Mi volto e guardo in alto, il cielo è bianco come il latte e la luce del mattino lo stà pian piano invadendo.
Poso lo sguardo sulla collina colorata a nuova dalle chiome delgli alberi.
Guardo l'orologio, è ora di andare, un po' mi dispiace ma tornerò domani.
Scavalco la staccionata e monto in sella alla mia bici.
I sassi scricchiolano sotto le ruote e mentre mi avvio verso la scuola mormoro alla campagna:
-Ciao, ci vediamo domani...
Da qualche parte, in lontananza, sento un merlo cantare.
sabato 19 gennaio 2013
giovedì 17 gennaio 2013
Quella volta alla gara di nuoto
Goccie d' acqua mi scendevano dal volto caldo e avevo in bocca uno strano sapore di cloro che mi era ormai familiare. Salutai i miei compagni e un bagnino mi si avvicinò porgendomi un biglietto. Presi il piccolo pezzo di carta e, infilando l'accappatoio lessi: "Giochi di Natale domenica 12 dicembre alle 10, per partecipare rivolgersi in segreteria". Subito pensai di buttarlo come tutta le altre volta ma, non trovando un cestino lo infilai nella tasca fradicia. Con la mente annebbiata come dopo ogni allenamento mi diressi verso le docce per buttarmi sotto un getto d'acqua bollente e rilassare i muscoli. Uscita dalle docce il freddo gelido del corridoio mi si attaccò al corpo, come ogni volta. Mi cambiai, mi asciugai i capelli, misi le scarpe e uscii dal corridoio con la speranza di incontrare il ragazzo carino che faceva allenamento nella corsia accanto alla mia. Ma ero in ritardo, come al solito, e, fuori dagli spogliatoi, mi attendeva impaziente papà:
-Allora, cosa mi racconti?-chiese papà
-Nulla di speciale, han, sai che domenica c'è la gara di nuoto?-gli dissi
-Ma dai, vuoi andarci?!-
-No, non mi interessa-
-Dai, perchè no? Il 12 siamo liberi-
Mi aveva convinta, in fondo mi erano sempre piaciute le competizioni. Stranamente avevano messo i ragazzi del 5°corso Junior con quelli del Supercorso, era una lotta impari ma non mi feci molti problemi. Senza più aggiungere altro mi diressi verso la segreteria per iscrivermi.
Il giorno deciso mi presentai in vasca, la mia gara era l'ultima. Nell'attesa il viso mi si scaldò come dopo un grande sforzo. Finalmente ci fecero tuffare dai trampolini. L'acqua gelida scorreva sul mio corpo. La tensione si trasformò in energia e le mie braccia cominciarono a girare come mulinelli. 50 metri senza mai fermarmi, toccai il muretto ansimante. Ero arrivata 2° contro una ragazza del Supercorso, non c'ero rimasta troppo bene. Non era stato giusto, una bambina di 10 anni contro una di 14 capace di macinare 90 vasche ogni quarantacinque minuti, no, decisamente la competizione era stata impari. Ma quella sconfitta mi rimase sullo stomaco, così adesso anche io sono una di loro, ho avuto il mio riscatto.
-Allora, cosa mi racconti?-chiese papà
-Nulla di speciale, han, sai che domenica c'è la gara di nuoto?-gli dissi
-Ma dai, vuoi andarci?!-
-No, non mi interessa-
-Dai, perchè no? Il 12 siamo liberi-
Mi aveva convinta, in fondo mi erano sempre piaciute le competizioni. Stranamente avevano messo i ragazzi del 5°corso Junior con quelli del Supercorso, era una lotta impari ma non mi feci molti problemi. Senza più aggiungere altro mi diressi verso la segreteria per iscrivermi.
Il giorno deciso mi presentai in vasca, la mia gara era l'ultima. Nell'attesa il viso mi si scaldò come dopo un grande sforzo. Finalmente ci fecero tuffare dai trampolini. L'acqua gelida scorreva sul mio corpo. La tensione si trasformò in energia e le mie braccia cominciarono a girare come mulinelli. 50 metri senza mai fermarmi, toccai il muretto ansimante. Ero arrivata 2° contro una ragazza del Supercorso, non c'ero rimasta troppo bene. Non era stato giusto, una bambina di 10 anni contro una di 14 capace di macinare 90 vasche ogni quarantacinque minuti, no, decisamente la competizione era stata impari. Ma quella sconfitta mi rimase sullo stomaco, così adesso anche io sono una di loro, ho avuto il mio riscatto.
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