"Ciao gente! Eccoci qui con la consueta rubrica settimanale. Quella di questa volta, oltre ad essere più corta, sarà un po' diversa dalle altre. Ma non vi svelo nulla. Invece vi voglio informare che non avrò più un giorno fisso per postare le Love Stories ma che ne pubblicherò sempre una alla settimana. Per il momento dovrei aver detto tutto. Buona lettura"
Marco camminava, il passo lento nella notte giovane.
Aveva tutto il tempo del mondo.
Posava i piedi sui blocchetti di porfido notando la loro forma sotto le suole fini.
Si guardava attorno, gli occhi neri riflettevano le luci calde dei vecchi lampioni.
Respirava a fondo, quasi volendo dissolversi nell'aria notturna.
Voleva perdersi nei mille vicoli divenuti scuri col mancare del sole.
Li ricordava tutti per nome, conosceva ogni angolo.
Si lasciò avvolgere da quell'atmosfera così strana, sfumata eppure così familiare.
Percorreva piano le stradine semi deserte osservando i palazzi.
La sua città aveva sempre qualcosa da fargli scoprire.
Si fermò, appollaiandosi su una colonnina di marmo lucidata dal tempo.
Prese a pensare alle mani che l'avevano sfiorato.
Quante l'avevano maledetto dopo averci sbattuto contro? Quante ragazze vi ci erano sedute baciando i loro ragazzi? Quanti vecchietti l'avevano ringraziato di averli sostenuti dopo aver inciampato? Sicuramente molti non ci avevano nemmeno fatto caso: L'avevano semplicemente superato magari toccandolo per darsi una spinta nelle camminate frenetiche verso il lavoro. Probabilmente nessuno aveva mai riflettuto sulla sua storia come stava facendo lui in quel momento.
Davanti aveva un palazzo arancione schiarito dal sole estivo e crepato dal ghiaccio invernale.
Sotto il tetto si intravedevano le assi di legno tra le quali aveva nidificato una famiglia di rondini.
Le grondaie di ferro soffrivano la ruggine che da anni le tingeva di un rosso quasi purpureo e il muro che dava verso nord era segnato da piccole strisce di muffa verde di cui si sentiva l'odore.
A Marco piaceva quell'odore. Gli ricordava le sere passate a girovagare tra i marmi antichi di quella città così affollata di giorno quanto deserta di notte, quelle passate a scherzare con gli amici sotto un lampione balenante e una luna curiosa. Gli faceva affiorare alla mente l'aroma forte dei libri usati che era solito comprare nella bottega di mastro Gianni. Era pungente ma piacevole: ciò che aveva quell'odore aveva una storia da raccontare che lui poteva esplorare lasciandosi trasportare dai pensieri incomprensibili di un ragazzo ritenuto difficile.
Nelle ore di luce gli piaceva prestare attenzione anche all'odore della gente.
Molti sapevano di deodorante e bagno schiuma. Altri di sudore, chi di profumo, chi semplicemente di niente.
Ognuno contribuiva a riempire l'aria con le proprie parole: gli strani parlavano da soli, i ricchi all'auricolare, gli indaffarati al cellulare, gli amici chiacchieravano tra loro.
Nelle giornate di festa le persone gremivano la piazza e si spintonavano gentilmente e Marco non faceva altro che lasciarsi trasportare.
Amava quel posto. La sua gente, i suoi negozi, i suoi luoghi...
Non riusciva ad immaginare la propria vita in un luogo diverso.
Spesso pensava di essere pazzo ma riteneva di amare la propria città in modo più intenso di quanto era riuscito ad amare qualsiasi ragazza. Si sentiva ricambiato ma, soprattutto, sentiva di potersi fidare: lei non l'avrebbe mai tradito.
Lei, contro l'opinione di molti era viva, pulsane, pensante.
Scrutava da dietro i vetri di ogni finestra ornata di fiori o tende di pizzo con la distaccata attenzione di un'affascinante signora.
I tetti rossi di coppi seccati del vento erano capelli agghindati in una complicata acconciatura.
Le vie erano vene nelle quali scorreva indifferente la vita dei cittadini.
Erano vene datate, logorate, ma non stanche.
Pulsavano animate dai passi frettolosi della gente; pompata da un cuore grande e buono.
Nella piazza si risiedeva l'animo di quell'ammasso di marmi.
Era bella.
C'erano le opere di grandi artisti.
C'erano le risate dei bambini, gli abbracci delle coppie.
C'era un cuore di pietra che amava più di molti cuori umani.