Una quindicenne riceve in casa un uomo di nome Nuttel, che era venuto a visitare sua zia.
La ragazzina ne approfitta per liberare la sua fervida immaginazione.
La ragazza racconta a Nuttel della morte dei suoi tre zii e di un cagnolino usciti per la caccia tre anni prima dalla porta finestra spalancata sul cortile.
La zia entra e spiega a Nuttel, che stà aspettando il ritorno del marito e dei fratelli dalla caccia.
Lo zio i fratelli e il cagnolino tornano dalla caccia terrorizzando Nuttel che fugge.
Lo zio si meraviglia della fuga dello sconosciuto mentre la bambina per spiegarlo si inventa una nuova bugia sulla paura di Nuttel dei cani.
giovedì 5 novembre 2009
La casa della morte
Faceva un freddo terribile.
Avevo il naso e le orecchie gelide, ghiacciate!
Di tanto in tanto mi riattorciliavo la sciarpa intorno al collo.
Non c'era un alito di vento in quella notte di luna piena che dava alla notte un'aria sinistra e piena di mistero.
Arrivammo dopo poco all'entrata della grotta.
Se non ci fosse stata la finestrella in centro alla porta, la sua massiccia struttura in ferro battuto non ci avrebbe permesso di sbirciare all'interno.
Mentre io spiavo l'interno cupo e nero, Nadia, illuminava la grotta alla ricerca del nostro amato barboncino.
A un certo punto Nadia mi disse di guardare verso una strana struttura che lei stava illuminando con la torcia elettrica.
Era una sfera di acciaio alta circa due metri posta su di un piedistallo di rame con una piccola serratura.
Ai piedi della porta c'era uno stretto passaggio, sembrava scavato da un cane...!
Pur di trovare Teddy, mi sarei intrufolata in quell'antro oscuro e sinistro!
Così incoraggiai Nadia e dopo qualche istante ci trovammo dentro alla grotta.
Teddy però non c'era...
Trovai sopra al piedistallo della sfera una chiave che infilai nella serratura.
Una luce accecante illuminò la grotta e dopo qualche secondo ci trovammo in una di quelle ville tipiche dei film horror.
Teddy piangeva sotto una poltrona verde scuro.
Lo presi in braccio e lui amorevolmente mi leccò il viso.
Nonostante avessimo trovato Teddy, eravamo infelici perchè volevamo tornare a casa.
Mettendo le mani in tasca, Nadia trovò la chiave.
Secondo me dovevamo trovare un'altra scultura: ma dov'era?
Salimmo le scale con il cuore in gola; ci fù un grido!
Mi sentii morire.
Mi sentivo morire da quando avevo infilato la chiave nella serratura!
Arrivammo sul tetto; eccola!
La scultura era una piramide di pietra; sul piedistallo era incisa questa frase:"uscita dalla casa della morte".
Infilammo la chiave nella serratura, la stessa luce rientrò nella piramide...
Mi trovai nel mio letto con Teddy in braccio e Nadia a fianco.
ERO A CASA!
Avevo il naso e le orecchie gelide, ghiacciate!
Di tanto in tanto mi riattorciliavo la sciarpa intorno al collo.
Non c'era un alito di vento in quella notte di luna piena che dava alla notte un'aria sinistra e piena di mistero.
Arrivammo dopo poco all'entrata della grotta.
Se non ci fosse stata la finestrella in centro alla porta, la sua massiccia struttura in ferro battuto non ci avrebbe permesso di sbirciare all'interno.
Mentre io spiavo l'interno cupo e nero, Nadia, illuminava la grotta alla ricerca del nostro amato barboncino.
A un certo punto Nadia mi disse di guardare verso una strana struttura che lei stava illuminando con la torcia elettrica.
Era una sfera di acciaio alta circa due metri posta su di un piedistallo di rame con una piccola serratura.
Ai piedi della porta c'era uno stretto passaggio, sembrava scavato da un cane...!
Pur di trovare Teddy, mi sarei intrufolata in quell'antro oscuro e sinistro!
Così incoraggiai Nadia e dopo qualche istante ci trovammo dentro alla grotta.
Teddy però non c'era...
Trovai sopra al piedistallo della sfera una chiave che infilai nella serratura.
Una luce accecante illuminò la grotta e dopo qualche secondo ci trovammo in una di quelle ville tipiche dei film horror.
Teddy piangeva sotto una poltrona verde scuro.
Lo presi in braccio e lui amorevolmente mi leccò il viso.
Nonostante avessimo trovato Teddy, eravamo infelici perchè volevamo tornare a casa.
Mettendo le mani in tasca, Nadia trovò la chiave.
Secondo me dovevamo trovare un'altra scultura: ma dov'era?
Salimmo le scale con il cuore in gola; ci fù un grido!
Mi sentii morire.
Mi sentivo morire da quando avevo infilato la chiave nella serratura!
Arrivammo sul tetto; eccola!
La scultura era una piramide di pietra; sul piedistallo era incisa questa frase:"uscita dalla casa della morte".
Infilammo la chiave nella serratura, la stessa luce rientrò nella piramide...
Mi trovai nel mio letto con Teddy in braccio e Nadia a fianco.
ERO A CASA!
Invento il finale della storia "La porta spalancata"
"Dev'essere stato per il cane: mi ha detto" aggiunse la ragazzina che certo non mancava di fantasia "che una volta è stato braccato in un cimitero da una muta di cani inferociti ed ha dovuto passare la notte in una tomba appena scavata. Così appena ha visto il nostro cagnolino..."
Intanto il povero Nuttel che aveva già comprato casa, tremava nel suo letto sperando che i fantasmi non invadessero la sua stupenda villetta a schiera e lo portassero con loro ad annegare nelle paludi.
La bambina e i suoi zii cenarono tranquillamente e andarono a letto.
Il giorno dopo Nuttel andò a fare le condoglianze alla zia ma vedendo i tre in carne ed ossa strabuzzò gli occhi e chiese chi fossero costoro.
La zia rispose che erano suo marito e i suoi due fratelli.
Nuttel non riusciva a crederci e fece chiamare la ragazza che spiegò perchè aveva raccontato quell'enorme bugia... e sapete perchè? Doveva provare la sua parte per la recita di Halloween che doveva essere il più realistica possibile quindi non avrebbe dovuto dirlo!
Susanna non fu sgridata e la recita di Halloween fu un successone grazie a lei.
Intanto il povero Nuttel che aveva già comprato casa, tremava nel suo letto sperando che i fantasmi non invadessero la sua stupenda villetta a schiera e lo portassero con loro ad annegare nelle paludi.
La bambina e i suoi zii cenarono tranquillamente e andarono a letto.
Il giorno dopo Nuttel andò a fare le condoglianze alla zia ma vedendo i tre in carne ed ossa strabuzzò gli occhi e chiese chi fossero costoro.
La zia rispose che erano suo marito e i suoi due fratelli.
Nuttel non riusciva a crederci e fece chiamare la ragazza che spiegò perchè aveva raccontato quell'enorme bugia... e sapete perchè? Doveva provare la sua parte per la recita di Halloween che doveva essere il più realistica possibile quindi non avrebbe dovuto dirlo!
Susanna non fu sgridata e la recita di Halloween fu un successone grazie a lei.
E' arrivato l'autunno
Siamo ormai in autunno.
Mercoledì 23 settembre è stato l'equinozio d'autunno.
Mi accorgo che la stagione si sta trasformando:le giornate sono più corte e fredde, il cielo è sempre più grigio e nebbioso,l'aria è umida.
Il sole è tiepido e non scalda più come in estate.
Gli alberi e i loro rami sembrano rinsecchiti e le foglie si posano stanche sul terreno.
Noi indossiamo abiti sempre più pesanti,a malincuore riponiamo le ciabatte ed i costumi negli armadi.
Alcune persone, effettivamente scontente,portano ancora le magliette leggere e potrebbero prendersi l'influenza.
Le rondini sono partite lasciando il posto al pettirosso, che felice si prepara il nido.
Mio nonno ha racolto l'uva e ben presto toccherà alle olive.
Mentre io posso gustare delle belle mele rosse e delle arance dal vivo colore del sole.
Quando cammino vicino a mia nonna intenta a trainare la carrozzina osservo le foglie pronte a lasciare l'albero.
Alcune sono già cadute sui marciapiedi, la gente, calpestandole, fa sprigionare il tipico odore dell'autunno.
Anche se l'autunno, non è la mia stagione preferita, l'ammiro perchè è piena di colore e di fascino.
La mia stagione preferita invece è l'inverno perchè arriva Santa Lucia e c'è la neve...
Mercoledì 23 settembre è stato l'equinozio d'autunno.
Mi accorgo che la stagione si sta trasformando:le giornate sono più corte e fredde, il cielo è sempre più grigio e nebbioso,l'aria è umida.
Il sole è tiepido e non scalda più come in estate.
Gli alberi e i loro rami sembrano rinsecchiti e le foglie si posano stanche sul terreno.
Noi indossiamo abiti sempre più pesanti,a malincuore riponiamo le ciabatte ed i costumi negli armadi.
Alcune persone, effettivamente scontente,portano ancora le magliette leggere e potrebbero prendersi l'influenza.
Le rondini sono partite lasciando il posto al pettirosso, che felice si prepara il nido.
Mio nonno ha racolto l'uva e ben presto toccherà alle olive.
Mentre io posso gustare delle belle mele rosse e delle arance dal vivo colore del sole.
Quando cammino vicino a mia nonna intenta a trainare la carrozzina osservo le foglie pronte a lasciare l'albero.
Alcune sono già cadute sui marciapiedi, la gente, calpestandole, fa sprigionare il tipico odore dell'autunno.
Anche se l'autunno, non è la mia stagione preferita, l'ammiro perchè è piena di colore e di fascino.
La mia stagione preferita invece è l'inverno perchè arriva Santa Lucia e c'è la neve...
Il primo giorno di scuola in quarta
Già da una settimana attendevo l'inizio della scuola.
Quel giorno, Lunedì 14 Settembre, mi svegliai da sola.
Ero euforica, pensavo a tante cose: Come sarà la nuova maestra? E la classe? Riuscirò a ricordarmi di tutto? Avrò voglia di studiare?
Entrai in bagno, mi lavai e mi vestii, poi andai a fare colazione. Mi misi le scarpe, scesi le scale e salii in auto dove mi aspettavano mamma e papà.
Quella mattina il cielo era grigio, gonfio di nuvole e pioveva a dirotto.
Quando arrivai un' estensione di ombrelli colorati si apriva davanti a me.
Mamma e papà mi accompagnarono alla fila della mia classe, poi si unirono ai genitori che sostenevano gli ombrelli per noi mentre i bambini ricordavano con un po' di nostalgia le vacanze.
Io ripensavo alla nera sabbia delle Canarie e al blù dell'oceano infinito.
Suonò la campanella, salutammo i genitori e seguimmo le maestre che si dirigevano in classe.
Lì parlammo dei colori delle vacanze e di come le avevamo passate.
Quest'anno dovrò impegnarmi al massimo per studiare e scrivere.
Spero che quest'anno sia bello e gioioso e passi con serenità.
Quel giorno, Lunedì 14 Settembre, mi svegliai da sola.
Ero euforica, pensavo a tante cose: Come sarà la nuova maestra? E la classe? Riuscirò a ricordarmi di tutto? Avrò voglia di studiare?
Entrai in bagno, mi lavai e mi vestii, poi andai a fare colazione. Mi misi le scarpe, scesi le scale e salii in auto dove mi aspettavano mamma e papà.
Quella mattina il cielo era grigio, gonfio di nuvole e pioveva a dirotto.
Quando arrivai un' estensione di ombrelli colorati si apriva davanti a me.
Mamma e papà mi accompagnarono alla fila della mia classe, poi si unirono ai genitori che sostenevano gli ombrelli per noi mentre i bambini ricordavano con un po' di nostalgia le vacanze.
Io ripensavo alla nera sabbia delle Canarie e al blù dell'oceano infinito.
Suonò la campanella, salutammo i genitori e seguimmo le maestre che si dirigevano in classe.
Lì parlammo dei colori delle vacanze e di come le avevamo passate.
Quest'anno dovrò impegnarmi al massimo per studiare e scrivere.
Spero che quest'anno sia bello e gioioso e passi con serenità.
Un'onda di ricordi - I colori dell'estate
Con i miei genitori sono andata alle Canarie.
Ci sono andata nel mese di Giugno. Siamo partiti con l'aereo; siamo stati seduti a mezz'aria per quattro interminabili ore. Quando siamo arrivati il cielo era nuvoloso e soffiava il vento.
Qualche giorno dopo sostavo su una spiaggetta di sabbia nera e facevo il bagno nell'oceano blù.
Ci sono andata nel mese di Giugno. Siamo partiti con l'aereo; siamo stati seduti a mezz'aria per quattro interminabili ore. Quando siamo arrivati il cielo era nuvoloso e soffiava il vento.
Qualche giorno dopo sostavo su una spiaggetta di sabbia nera e facevo il bagno nell'oceano blù.
mercoledì 25 febbraio 2009
Il primo pianto
Ieri mattina squillò il telefono. Mia nonna alzò la cornetta; mia zia Roberta con aria gioiosa e pimpante, comunicò che era nato Gabriele, il figlio di mia zia Claudia.
Chiamammo la mamma e ci mettemmo d'accordo per trovarci all'una davanti alla maternità di Borgo Trento.
Per tutto il resto della mattina ci fu una tempesta di telefonate e dopo aver mangiato finalmente arrivò l'una.
Insieme a mia mamma andammo a vedere il piccolo che essendo nato quattro ore prima era ancora nella culla termica.
Io dissi che il bimbo era normalmente perfetto.
Era sì nella culla termica ma piangeva e piangeva; insomma diventava rosso e si metteva a X.
Chiamammo la mamma e ci mettemmo d'accordo per trovarci all'una davanti alla maternità di Borgo Trento.
Per tutto il resto della mattina ci fu una tempesta di telefonate e dopo aver mangiato finalmente arrivò l'una.
Insieme a mia mamma andammo a vedere il piccolo che essendo nato quattro ore prima era ancora nella culla termica.
Io dissi che il bimbo era normalmente perfetto.
Era sì nella culla termica ma piangeva e piangeva; insomma diventava rosso e si metteva a X.
Un fiocco blu
Nove mesi fa arrivò la notizia più emozionante di tutti i miei nove anni di vita.
Mia zia Claudia era incinta!
Subito, per tutta la famiglia, ci fu un gran fermento; si cominciarono a preparare bavaglini, babuccette e copertine.
Anche la zia iniziò a fare i preparativi e poi arrivarono le domande a raffica; tutti continuavano a chiederle il nome che avrebbe dato a suo figlio...
Ma niente da fare, in quel momento la gravida voleva tenerci sulle spine e quindi non aprì bocca.
Finalmente si seppe tramite mia nonna che il bimbo si sarebbe chiamato Gabriele! Alleluia!
Questa mattina si è saputo; è nato!!!
Mia zia Claudia era incinta!
Subito, per tutta la famiglia, ci fu un gran fermento; si cominciarono a preparare bavaglini, babuccette e copertine.
Anche la zia iniziò a fare i preparativi e poi arrivarono le domande a raffica; tutti continuavano a chiederle il nome che avrebbe dato a suo figlio...
Ma niente da fare, in quel momento la gravida voleva tenerci sulle spine e quindi non aprì bocca.
Finalmente si seppe tramite mia nonna che il bimbo si sarebbe chiamato Gabriele! Alleluia!
Questa mattina si è saputo; è nato!!!
domenica 15 febbraio 2009
La stella di Federica
La maestra di scienze decise di farci costruire una navicella spaziale, una per ciascuno, e ce la fece portare a casa.
Il giorno che la portai a casa decisi che nel fine settimana sarei andata sulla Luna!
Quel Sabato misi in valigia i surrogati del cibo, una coperta e moltissima acqua.
Indossai la tuta spaziale che avevamo costruito insieme alla navicella, entrai nel missile e partii per la Luna!
Arrivata a destinazione slacciai le cinture di sicurezza, indossai il casco e uscii dal missile per fare una passeggiata.
Mentre passeggiavo una stella mi cadde accanto.
Io la presi delicatamente, poi tornai alla navicella con la stella e partii per il mio viaggio di ritorno verso casa.
Passai alcune settimane con la mia stella, ma un giorno la vidi guardare il cielo con tristezza.
Mi feci spiegare tutto e scoprii che aveva nostalgia di casa.
Con un po' di malinconia preparai la navicella per ripartire.
Tornata sulla Luna presi la stella, la salutai e la lanciai nello spazio infinito.
E adesso tutte le sere guardo il cielo per salutare la mia stellina.
Il giorno che la portai a casa decisi che nel fine settimana sarei andata sulla Luna!
Quel Sabato misi in valigia i surrogati del cibo, una coperta e moltissima acqua.
Indossai la tuta spaziale che avevamo costruito insieme alla navicella, entrai nel missile e partii per la Luna!
Arrivata a destinazione slacciai le cinture di sicurezza, indossai il casco e uscii dal missile per fare una passeggiata.
Mentre passeggiavo una stella mi cadde accanto.
Io la presi delicatamente, poi tornai alla navicella con la stella e partii per il mio viaggio di ritorno verso casa.
Passai alcune settimane con la mia stella, ma un giorno la vidi guardare il cielo con tristezza.
Mi feci spiegare tutto e scoprii che aveva nostalgia di casa.
Con un po' di malinconia preparai la navicella per ripartire.
Tornata sulla Luna presi la stella, la salutai e la lanciai nello spazio infinito.
E adesso tutte le sere guardo il cielo per salutare la mia stellina.
Lavoro di gruppo
Una volta, in una piccola casetta in mezzo ad un bosco, viveva Teresa, una ragazza molto povera.
Nel bosco viveva inoltre un maestoso e cattivo drago che mangiava i bambini che giocavano, aggrediva e spaventava tutti quelli che attraversavano il bosco e con le sue fiamme bruciava i campi coltivati.
Teresa, stanca di dover vivere nella paura e nella povertà, decise di ucciderlo.
Seduta su di un tronco e immersa nei suoi pensieri, sentì una vocina e, guardandosi attorno, non vide altro che un piccolo topolino.
Teresa rimase molto sorpresa nel vedere un topo parlante e ancora di più quando lui le propose di uccidere insieme a lei il drago.
Come poteva un esserino così piccolo sconfiggere un animale enorme come il drago?
Il topolino le disse di avere dei poteri magici con i quali avrebbero sconfitto il drago.
Teresa e Ulisse affrontarono il drago; Ulisse con una formula magica divenne un grosso topone, talmente grande che il drago scappò via a gambe levate.
Da quel giorno vissero tutti felici e contenti ed i campi tornarono fertili e produttivi.
Nel bosco viveva inoltre un maestoso e cattivo drago che mangiava i bambini che giocavano, aggrediva e spaventava tutti quelli che attraversavano il bosco e con le sue fiamme bruciava i campi coltivati.
Teresa, stanca di dover vivere nella paura e nella povertà, decise di ucciderlo.
Seduta su di un tronco e immersa nei suoi pensieri, sentì una vocina e, guardandosi attorno, non vide altro che un piccolo topolino.
Teresa rimase molto sorpresa nel vedere un topo parlante e ancora di più quando lui le propose di uccidere insieme a lei il drago.
Come poteva un esserino così piccolo sconfiggere un animale enorme come il drago?
Il topolino le disse di avere dei poteri magici con i quali avrebbero sconfitto il drago.
Teresa e Ulisse affrontarono il drago; Ulisse con una formula magica divenne un grosso topone, talmente grande che il drago scappò via a gambe levate.
Da quel giorno vissero tutti felici e contenti ed i campi tornarono fertili e produttivi.
Anna
Anna è una bambolina. E' alta quanto il mio dito medio e, il corpo, escluse le braccia e la testa che sono di plastica, è molto morbido.
La bambolina ha un cappellino a righe rosa e bianche, se lo sollevo, sulla plastica rotondeggiante trovo delle piccole incisioni che sono i capelli.
Anna indossa un vestitino rosa con il colletto, i polsini e le mobide babuccette a righe.
Al centro del vestitino c'è stampata una paperella gialla e subito sotto ad essa, scritte in grassetto, ci sono le prime tre lettere dell'alfabeto.
Anna l'ho avuta in regalo dal mio compagno di classe Omar, il giorno della festa del mio compleanno.
La bambolina ha un cappellino a righe rosa e bianche, se lo sollevo, sulla plastica rotondeggiante trovo delle piccole incisioni che sono i capelli.
Anna indossa un vestitino rosa con il colletto, i polsini e le mobide babuccette a righe.
Al centro del vestitino c'è stampata una paperella gialla e subito sotto ad essa, scritte in grassetto, ci sono le prime tre lettere dell'alfabeto.
Anna l'ho avuta in regalo dal mio compagno di classe Omar, il giorno della festa del mio compleanno.
Una giornata all'acetaia
Un giorno dello scorso Settembre sono andata all'acetaia Farini a Modena con i miei genitori.
L'avevamo organizzata con un gruppo di sommelier che frequenta il mio papà.
Mi sono svegliata alle sei e, alle sette sono salita in auto.
Dieci minuti dopo siamo arrivati in un piazzale, dove il pulman dei sommelier ci aspettava pronto per partire.
Quando siamo arrivati abbiamo visitato l'acetaia e poi il proprietario ci ha invitati a pranzo; abbiamo mangiato come dei re.
Poi, mentre mia mamma passeggiava nel parco circostante, io e mio papà giocavamo con il "freesby".
Dopo siamo ripartiti.
E' stata una giornata fantastica e, mi sono divertita proprio tantissimo!
L'avevamo organizzata con un gruppo di sommelier che frequenta il mio papà.
Mi sono svegliata alle sei e, alle sette sono salita in auto.
Dieci minuti dopo siamo arrivati in un piazzale, dove il pulman dei sommelier ci aspettava pronto per partire.
Quando siamo arrivati abbiamo visitato l'acetaia e poi il proprietario ci ha invitati a pranzo; abbiamo mangiato come dei re.
Poi, mentre mia mamma passeggiava nel parco circostante, io e mio papà giocavamo con il "freesby".
Dopo siamo ripartiti.
E' stata una giornata fantastica e, mi sono divertita proprio tantissimo!
Il personaggio più originale della mia famiglia
Il personaggio più originale della mia famiglia è mia mamma.
Sì, avete capito bene, la mia mamma; infatti lei quando rientra a casa dice che ha una fame lupa ma poi, soprattutto nei giorni feriali, quando c'è pronto in tavola, gironzola per l'appartamento o fa telefonate lunghe un'ora, di conseguenza io e papà non riusciamo mai a vederla seduta.
Una volta ha persino mangiato dopo che ero andata a dormire, ma comunque è sempre mia mamma e io le voglio tanto, tanto bene!
Sì, avete capito bene, la mia mamma; infatti lei quando rientra a casa dice che ha una fame lupa ma poi, soprattutto nei giorni feriali, quando c'è pronto in tavola, gironzola per l'appartamento o fa telefonate lunghe un'ora, di conseguenza io e papà non riusciamo mai a vederla seduta.
Una volta ha persino mangiato dopo che ero andata a dormire, ma comunque è sempre mia mamma e io le voglio tanto, tanto bene!
sabato 17 gennaio 2009
Storie di primavera
Era il primo giorno di primavera e l'aria profumava di rose e campanule.
Per fortuna vivevo in campagna e là si sente di più quando arriva la bella stagione. Infatti giocare nel bel mezzo dei prati è veramente stupendo. Quel giorno colsi un mazzolino di margherite, lo portai a casa e uscii di nuovo a giocare.
Per fortuna vivevo in campagna e là si sente di più quando arriva la bella stagione. Infatti giocare nel bel mezzo dei prati è veramente stupendo. Quel giorno colsi un mazzolino di margherite, lo portai a casa e uscii di nuovo a giocare.
L'albero delle stagioni
Un giorno l'albero Fogliarello vide il sole e si rallegrò, infatti, anche se gli piaceva l'inverno perché poteva dormire in santa pace, non gli piaceva per niente il freddo, perché si poteva ammalare, diceva.
Dopo qualche mese sentì un forte vento "E' autunno" pensò. E cominciava anche a perdere le foglie.
Alcuni mesi più tardi cominciò a fare veramente freddo, allora Fogliarello si avvolse nella sua sciarpa e si addormentò.
Dopo qualche mese sentì un forte vento "E' autunno" pensò. E cominciava anche a perdere le foglie.
Alcuni mesi più tardi cominciò a fare veramente freddo, allora Fogliarello si avvolse nella sua sciarpa e si addormentò.
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